10 COSE DA FARE PRIMA DI DIPLOMARSI
L'adolescenza da sempre è considerata un'età difficile, un'età costellata da grandi cambiamenti , e spesso resa più difficile dall'atteggiamento educativo e relazionale degli adulti che non riescono a comprenderne le dinamiche. Il clima e le relazioni familiari, infatti, sono spesso tese perchè vengono fatti gli sforzi psicologici più pazzi, disperati e azzardati per affrontare le tante novità in corso, riguardanti corpo, pensieri, passioni, istinti, per arrivare a scoprire chi siamo. Una rivoluzione interiore espressa anche dall'instabilità e incoerenza, dal vacillare e ciondolare tra posizioni estreme. Del resto ci vuole tempo prima che si strutturi una personalità adulta. Sensazioni, sentimenti e stati d'animo ingarbugliati che, forse i genitori tendono a enfatizzare o
banalizzare, dimenticando come si sentivano loro, all'età dei figli. Possiamo
dire che in adolescenza la normalità (per quanto
risulti stretta come parola) è definita da uno stato di disarmonia. Non
sempre visibile o costante, perché può anche essere nascosta. Ma spesso
espressa da atteggiamenti strambi ed eclatanti.
Proprio per
questo vi sono delle attività, dei desideri, delle richieste che devono/
dovrebbero essere esaudite prima del diploma, prima di entrare cioè nel mondo
del lavoro o dell'università, che cambia completamente dall'ambiente scolastico
e dagli anni dell'adolescenza.
1.FARE UN DIARIO O UN ALBUM FOTOGRAFICO DEGLI ANNI MIGLIORI
Un adolescente normale può utilizzare cognizioni per meditare su profondi temi filosofici ma può dimenticare regolarmente di vuotare la spazzatura.
In adolescenza il valore più importante è l'amicizia, e
il condividere con gli amici il tempo è la maggiore priorità. Gli adolescenti vivono emozioni, desideri, frustrazioni con i propri coetanei e con essi condividono molto più tempo piuttosto che con la propria famiglia; molto spesso il desiderio di stare con l'amico/a è talmente forte che le famiglie ospitano reciprocamente l'altro, a cena o a dormire magari nel fine settimana.
il condividere con gli amici il tempo è la maggiore priorità. Gli adolescenti vivono emozioni, desideri, frustrazioni con i propri coetanei e con essi condividono molto più tempo piuttosto che con la propria famiglia; molto spesso il desiderio di stare con l'amico/a è talmente forte che le famiglie ospitano reciprocamente l'altro, a cena o a dormire magari nel fine settimana.
Proprio per
questo motivo una bella attività che possono svolgere gli adolescenti è quella
di creare un album fotografico o un diario in cui annotare e riportare foto
delle situazioni che hanno condiviso.
Questo perchè, oltre a cesellare ancora di più il rapporto fra amici, rende gli adolescenti attenti a ciò che accade attorno a
loro, perchè lo riportano per iscritto o attaccano foto che
ricorderanno per sempre.
Questo perchè, oltre a cesellare ancora di più il rapporto fra amici, rende gli adolescenti attenti a ciò che accade attorno a loro, perchè lo riportano per iscritto o attaccano foto che ricorderanno per sempre.
2. ORGANIZZARE UN GRUPPO DI STUDIO
Un adolescente normale passa dall'agonia all'estasi e ritorno in meno di trenta secondi.
Andare a scuola è un dovere, essere promossi un obbligo, ma
avere buoni voti una responsabilità! Per questo motivo gli anni
dello studio possono essere vissuti nella maniera più disparati: ansia,
angoscia, agitazione, menefreghismo, poca attenzione, superficialità.Un modo nuovo
di affrontare l'onere scolastico può essere lo studio in gruppo: ecco che
allora i compiti possono essere divisi in modo equo, e si affronterà una
maniera nuova di assimilare le informazioni.
3. FARE UN LAVORETTO PER COMPRARE QUALCOSA DI SPECIFICO
Un adolescente normale elenca come obiettivi principali
della sua vita: 1) porre fine alla minaccia dell'olocausto nucleare; 2)
possedere cinque camicie firmate.
Soprattutto in adolescenza, vi sono molti
desideri e voglie e, molto spesso, queste sono fonte di continui disguidi e
discussioni con i genitori perchè essi dovrebbero soddisfare tutte le
richieste. Per ovviare a questa situazione e, soprattutto, per rendere più
responsabile e consapevole l'adolescente si può trovare un lavoretto.
Per quanto oggi vi sia una forte crisi sul
piano economico, per quanto riguarda i piccoli lavoretti, si possono ancora
trovare molte possibilità: vi sono quelli più classici come: baby - sitter,
dog-sitter, o tagliare l’erba ai vicini.
Oppure
fare dei lavori in casa, concordando con i genitori
una paghetta extra per dei compiti da svolgere
in casa; in questo caso possono essere attività che potrebbero essere svolte da
una persona esterna, come pulire i bagni, e come riconoscimento la metà di
quello che chiederebbe un collaboratore domestico.
Oppure, ancora, dato la grande abilità
degli adolescenti di gestirsi con la tecnologia e il computer, la messa in
vendita di oggetti che non usano più, come vecchi vestiti, scarpe, oggettistica
di vario tipo. Questo tipo di attività richiede volontà e scelta nel decidere
che tipo di oggetto da mettere in vendita, astuzia nello scegliere il prezzo
adeguato per la vendita, (non a prezzo pieno, ma neppure regalato), e costanza
nel verificare l'effettiva vendita.
4. FARE VOLONTARIATO
Un adolescente normale è egocentrico,
egoista, calcolatore e allo stesso tempo generoso, idealista e altruista.
Soprattutto d'estate vi sono moltissime
associazioni che accolgono giovani volontari per un valido sostegno alla fascia
di cui si occupano. Una delle attività più “gettonate” è sicuramente
l'animazione estiva che coinvolge le fasce più piccole.
Nell'animazione estiva l'adolescente
capisce e impara a organizzare un evento, fortifica la capacità di relazionarsi
con gli altri, matura la riflessione introspettiva rispetto a temi anche molto
delicati.
Vi è
inoltre, anche la possibilità dei centri estivi con persone con disabilità:
questo tipo di attività è consigliata maggiormente a chi ha già 16- 17 anni
perchè richiede molto sforzo di relazione e cura verso l'altro, in questo caso
“il diverso”. Anche questa attività, però, è utile per la crescita a livello
umano dell'adolescente, infatti egli impara che non tutti hanno gli stessi
tempi, non tutto è dovuto e che la pazienza è un'arte.
5.RESTARE SVEGLI TUTTA LA NOTTE
Un adolescente normale è così inquieto e
distratto da riuscire a farsi male alle ginocchia non giocando a pallone ma
cadendo dalla sedia nel mezzo di una lezione di francese.
Restare svegli tutta la notte può
diventare una sfida, sia che l'idea sia di trascorrere una nottata divertente
con i tuoi amici, sia che il dovere sia di passare la notte in bianco a studiare
per superare l’esame di chimica a pieni voti. Il trucco per restare sveglio è
suddividere la notte in fasi e trovare una tecnica differente per affrontare
ciascuna di queste, dal farsi una doccia fredda al guardare un film
dell’orrore. Se hai un programma, riuscirai ad arrivare all’alba senza farti
nemmeno un pisolino.
Passaggi:
1. Impara
a suddividere la notte. Ci sono tre
fasi:
- Mezzanotte (11:00-2:00),
- Primo Mattino (2:00-4:00),
- Mattino (4:00-6:00).
• 2:00: Questa è la fase "Sono super annoiato,
ma voglio restare sveglio". Potresti guardare la TV o un film dell’orrore,
oppure giocare alla Playstation o ad altri videogiochi. Potresti anche leggere
un libro, ma qualsiasi cosa tu faccia, non sdraiarti! Ti addormenteresti
2.
Stai sveglio nella Prima Mattina
(2:00-4:00). Ecco cosa potresti fare:
•
Giocare, oppure ascoltare della musica, chattare
ecc. Esci a prendere un po’ d’aria fresca. Ti terrà sveglio.
•
Continuare a fare quello che stai facendo finché
ti annoi.
3. Ce
l’hai fatta durante la notte, ora devi pensare al mattino (4:00-6:00). È un po’ dura,
ma non impossibile. Fai quello che di solito fai di mattina.
•
Vai fuori con una maglia a maniche corte (in
estate o in primavera) oppure con un cappotto o una giacca pesante (durante la
stagione fredda). Fai le normali attività: spazzolati i denti, lavati il viso,
ecc.
4. Alle 6:00
potresti andare a fare una passeggiata oppure una corsa, o perfino giocare a
calcio o a pallacanestro.
5. Se ti è difficile
restare sveglio, e sei molto stanco, verso le 5:00 o le 6:00 potresti farti una
doccia. Ti terrà sveglio e ti sentirai più fresco.
Consigli:
Non sdraiarti; ti addormenteresti.
•
Se non riesci assolutamente a restare sveglio, bevi una bevanda contenente caffeina, come
una Pepsi, una Coca, ecc. Ma non lo fare se questa cosa farebbe infuriare i
tuoi genitori.
• Non fare niente che possa far svegliare gli altri!
•
Assicurati di NON
dover andare a scuola il
giorno successivo!
6.GUARDARE L'ALBA E IL TRAMONTO IN
COMPAGNIA E DA SOLI
Un adolescente normale non è un adolescente
normale se agisce in modo normale.
Una
delle esperienze più belle che si possono fare in adolescenza è quella di
aspettare ed osservare l'alba e il tramonto, l'inizio e la fine del giorno; ma perchè alzarsi ed aspettare l'alba?
- Per avere un momento di tranquillità prima che il resto della casa si svegli. In questo spazio, si può leggere, scrivere, allenarsi, contemplare, meditare.
- Per molte persone, la mattina presto è un momento importante per riflettere o praticare elementi della loro fede.
- Vedere l'alba, che annuncia il nuovo giorno e porta la promessa di un nuovo inizio. Spesso vale lo sforzo.
- Prendersi cura di altre persone o animali è più funzionale la mattina presto, soprattutto se devono mangiare, essere lavati o fare esercizio ecc.
E perchè aspettare il tramonto?
Aspettando il tramonto si possono fare molte attvità ad esempio:
- Esaminare le nuvole. I tipi di nuvole nel cielo, e la direzione verso la quale si stanno muovendo, in generale le nuvole bianche e alte portano il bel tempo, quelle basse e scure significano che stanno per arrivare piogge e tempeste.
- Accendere un falò: soprattutto d'estate e se ci trova in vacanza con i propri amici è un'esperienza bellissima, aspettare il tramonto con il crepitio del fuoco.
- Respirare in modo profondo.
- Chiudere gli occhi e annusare l'aria. In quest'ora della sera l'aria cambia completamente, e i profumi dell'aria sono molto diversi.
- Tenere un diario. Scrivere le sensazioni che si provano, le emozioni che si sentono davanti alla visione del sole che tramonta sigillerà quel momento così magico.
- Osservare la luna. Dopo che il sole è tramontato le luci della sera si accendono, il crepuscolo lascia spazio alla luna e alle stelle. L'adolescente ha per sé moltissimo tempo e poter soffermarsi ad osservare e riflettere in questa fascia di giorno diventa un'esperienza unica!
7. ORGANIZZARE UN VIAGGIO IN COMPAGNIA SOLO DEI PROPRI AMICI
Un
adolescente normale pensa che i propri genitori abbiano sempre torto oppure che
non abbiano mai ragione.
16,17,
18 anni: è questa l'età in cui solitamente i figli
adolescenti incominciano a chiedere ai genitori il permesso di trascorrere le vacanze in compagnia di altri amici, ma non vacanze studio o sportive sotto l'occhio di educatori e insegnanti, ma vacanze più o meno lunghe solo tra coetanei.Cosa accade allora ai genitori?
Sorgono numerosi dubbi, sono preoccupati per l'incolumità dei figli, di quello
che può succedere loro, e dunque? Cosa fare?
Quando
i ragazzi manifestano il desiderio di andare in vacanza da soli, stanno in
realtà comunicando alla famiglia che vogliono e possono cavarsela da soli, o
almeno ci vogliono provare.
Spesso
il primo viaggio senza famiglia aiuta gli adolescenti a mettere in atto tutti
gli insegnamenti dei genitori, e senza di loro imparano ad adattarsi,
organizzarsi e responsabilizzarsi.
Diventa
un modo per diventare grandi.
8.
GIRARE UN FILM O UN CORTOMETRAGGIO
Un
adolescente normale è imbarazzato nel salutare la madre poi però ha bisogno di
parlare con lei a cuore aperto.
Girare un film? Bastano una videocamera e buoni amici… Se la noia prende il sopravvento, c'è la voglia di fare qualcosa di diverso, nuovo, appassionante insieme ai propri amici, un'idea diversa può essere quella di prendere una videocamera, anche quella del cellulare e girare un film.Cortometraggio, sketch, film comico o drammatico, un buono spunto per iniziare
è SUPER 8.
LA STORIA_ Nell’estate del 1979, un gruppo di amici di
una piccola cittadina dell’Ohio vuole girare un film sugli zombie. Durante le
riprese del loro film in Super 8, diventano testimoni di un catastrofico incidente
ferroviario e, dopo essersi salvati fuggendo,
scopriranno presto che non si trattava di un incidente.
Poco dopo, infatti,
insolite sparizioni e inspiegabili eventi iniziano ad accadere nella
cittadina e il vice-sceriffo Jackson
Lamb cercherà di scoprire la verità, qualcosa che si rivelerà essere molto più
terrificante di quanto ognuno di loro avrebbe mai potuto immaginare.
Questa la storia
raccontata in super 8, ma diventa un possibile spunto per chi vuole girare un
film con gli amici: i protagonisti del film, infatti, sono interpretati non
solo da professionisti esperti, ma anche da ragazzi alle prime esperienze
recitative, ma proprio per questo nell’insieme lascia trasparire un’incantata e
volatile chimica che sprigionano i veri amici e rivali d’infanzia.
9. PRATICARE UNO SPORT
Un
adolescente normale ha il sesso nella testa e spesso in mano.
Solitamente chi pratica sport dalla più tenera età si trova
nell’adolescenza davanti ad un bivio: smettere l’attività o praticarla con un
impegno importante, anche tutti i giorni due volte al giorno!!!
Spesso vi sono confronti - scontri con i propri allenatori i quali, in modo spesso molto brutale, spingono i ragazzi a smettere l’attività sportiva perché ritenuti non particolarmente dotati (dando un grosso contributo allo sviluppo dell’autostima!!!).
I carichi di lavoro diventano sempre maggiori, all’attività specifica sportiva si aggiunge la palestra con impegni fisici anche molto importanti.
Spesso vi sono confronti - scontri con i propri allenatori i quali, in modo spesso molto brutale, spingono i ragazzi a smettere l’attività sportiva perché ritenuti non particolarmente dotati (dando un grosso contributo allo sviluppo dell’autostima!!!).
I carichi di lavoro diventano sempre maggiori, all’attività specifica sportiva si aggiunge la palestra con impegni fisici anche molto importanti.
Contemporaneamente la scuola richiede sempre più impegno ed ore di studio, l’esigenza di confrontarsi con l’altro sesso e di frequentare liberamente i propri coetanei sono aspetti importanti.
Lo sport, per fortuna, è qualcosa di più: se si ha la fortuna
di trovare uno staff di dirigenti, allenatori, preparatori atletici, preparati
e motivati, insegna a perdere, a riconoscere i propri valori e quelli degli
altri, ad accettare i propri limiti, a confrontarsi, a rendersi conto, anche
negli sport individuali, che si vince e si perde tutti insieme. Si impara
il rispetto per i propri compagni e per gli avversari, si capisce cosa voglia
dire sacrificarsi e impegnarsi per qualcosa (spesso ci vuole un anno di lavoro
per andare forte una sola volta nella stagione!!), ci si educa ad uno stile di
vita sano (niente alcol, né sigarette, né alimentazione scorretta).
Questi sono valori universali che, chi è stato atleta, si porta dietro per tutta la vita. Con questo senso del rispetto e di realtà verso se stesso e verso gli altri, la persona affronterà gli studi, il lavoro, le relazioni interpersonali, insomma la vita.
Lo sport aiuta a diventare uomini e donne prima di tutto nella testa, poi anche nel fisico.
Questi sono valori universali che, chi è stato atleta, si porta dietro per tutta la vita. Con questo senso del rispetto e di realtà verso se stesso e verso gli altri, la persona affronterà gli studi, il lavoro, le relazioni interpersonali, insomma la vita.
Lo sport aiuta a diventare uomini e donne prima di tutto nella testa, poi anche nel fisico.
Il concetto di “mens sana in corpore sano” non è solo uno
slogan ma una realtà ampiamente documentata da varie ricerche scientifiche. Chi
fa sport, statisticamente, ha maggior capacità di concentrazione, di
apprendimento, si ammala di meno, ha uno sviluppo motorio migliore, è più
tranquillo e sereno. Insomma ha benefici a livello psicologico, neurologico,
immunitario, endocrinologico, muscolo-scheletrico, cardio-circolatorio.
Nell'adolescenza lo sport migliore da praticare è quello
che stimola i muscoli, il coordinamento e la mente
- Un allenamento multilaterale è da preferire agli sport asimmetrici che possono creare squilibri muscolari mentre gli sport ripetitivi possono causare ipersviluppo di alcune parti del corpo
- La stimolazione varia del fisico attraverso lo sport garantisce la crescita armonica di tutto il corpo e stimola la voglia di fare
- L'attività aerobica, che aumenta la richiesta di ossigeno da parte dell'organismo, deve prevalere ma devono esserci anche attività intense, che rinforzano muscoli e ossa
- Non va sottovalutata la componente psicologica dell'attività sportiva.
Fare sport in adolescenza
migliora l'autostima e previene disturbi legati ad ansia e depressione,
favorendo i rapporti sociali oltre che una migliore mobilità e postura
Ma quale sport sarà migliore? non esiste una
risposta univoca. Ad esempio, vi sarà capitato di sentire dire che in adolescenza
non è indicato allenarsi con i pesi. Allenare
la forza in realtà è indicato già a partire dai nove anni: si inizierà a
sviluppare la forza con il gioco, senza specializzazioni particolari e senza
pesi. Dai 12 anni in poi si potranno usare attrezzi come palle fitness oppure
si lavorerà in coppia, usando l'altro come resistenza.
Dai 14-15 anni si può iniziare a
lavorare con i pesi, aumentando via via l'intensità fino ai 18 anni.
Le discipline agonistiche sono altrettanto
indicate: sono importanti per sviluppare la crescita psichica e fisica e
stimolare la competizione e l'autoaffermazione di ciascuno.
L'importante è praticarle con costanza e non solo per inseguire il mito del vincere a tutti i costi ma per creare gruppo e coesione.
L'importante è praticarle con costanza e non solo per inseguire il mito del vincere a tutti i costi ma per creare gruppo e coesione.
Ottimo il nuoto, che sviluppa tutto l'apparato muscolare, ma bene
anche pallacanestro, pallavolo, calcio, danza. L'importante è cercare di
sviluppare tutto l'apparato muscolare, perciò se si pratica ad esempio calcio
unire questo allenamento a esercizi per la parte alta del corpo, per evitare
squilibri.
10.IMPARARE
UN'ARTE
Un adolescente normale imita gli altri, si identifica con i coetanei, desidera, ad esempio, vestirsi come loro ma contemporaneamente cerca la propria identità, vuole essere originale e unico.
Un adolescente normale imita gli altri, si identifica con i coetanei, desidera, ad esempio, vestirsi come loro ma contemporaneamente cerca la propria identità, vuole essere originale e unico.
Meglio un
introverso incapace di condividere paure, frustrazioni e rabbie, o un espansivo
che continua ad esternarle tutte impulsivamente e nel farlo diventa magari
irruento o poco rispettoso? Eccole, due facce della medaglia che giocoforza
affronta chi ha per casa degli adolescenti. E l’adolescenza, si sa, comincia
sempre prima. Per molto tempo le famiglie e la scuola non si sono preoccupate
di insegnare ai bambini che le emozioni vanno avvicinate, governate, condivise,
non rifuggite o «buttate fuori». L’idea era che tutto sarebbe venuto da sé
naturalmente, con la crescita. Salvo poi accorgersi, oggi, che così non è.
L’EMPATIA VA INSEGNATA - Lezioni di educazione affettiva mancano, nelle classi. E nelle case, osservano gli esperti, se ne parla troppo poco. Risultato? Un insufficiente sviluppo di quella portentosa arma che è l’empatia, con tutto quello che ne consegue. Il problema oggi, non è tanto stimolare i ragazzi a esternare le loro emozioni quanto incoraggiarli a elaborarle prima di metterle in piazza, e «condividerle nel modo giusto, permettendo agli altri di interagire con esse». Ciò che accade invece è diverso. «Bandito ogni filtro in nome di un’espressione libera, spontanea, informale che diventa alla fine sempre più individualistica, regnano la maleducazione affettiva e l’incapacità di trasformare le emozioni in sentimenti che tengono conto anche dell’altro».
ABC EMOTIVO - Bisogna cominciare presto a formare l’ABC emotivo: lo dicono studi scientifici e tra insegnanti e genitori se ne diffonde finalmente consapevolezza. Ma chi se ne fa carico? La famiglia fa fatica, la scuola arranca. Colmano in parte la lacuna esperti che hanno iniziato a condurre laboratori sempre più gettonati, nelle classi e non solo. I mezzi? Un foglio di carta, la macchina fotografica, la cinepresa. O anche un naso rosso da pagliaccio.
NON SFOGO MA CONDIVISIONE - Cosa blocca nel condividere le emozioni? La paura di mettersi a nudo e rendersi più vulnerabili? Il timore di non poter tornare indietro e ritrattare i propri stati d’animo? La confusione intima, non trovare le parole per dirlo? «Parlarne è anche questione di abitudine ad ascoltarsi ed essere ascoltati. Porta a crescere con una sana osmosi tra testa, cuore e pancia, tra desideri e assunzioni di responsabilità, tra il dentro e il fuori di noi».
L’EMPATIA VA INSEGNATA - Lezioni di educazione affettiva mancano, nelle classi. E nelle case, osservano gli esperti, se ne parla troppo poco. Risultato? Un insufficiente sviluppo di quella portentosa arma che è l’empatia, con tutto quello che ne consegue. Il problema oggi, non è tanto stimolare i ragazzi a esternare le loro emozioni quanto incoraggiarli a elaborarle prima di metterle in piazza, e «condividerle nel modo giusto, permettendo agli altri di interagire con esse». Ciò che accade invece è diverso. «Bandito ogni filtro in nome di un’espressione libera, spontanea, informale che diventa alla fine sempre più individualistica, regnano la maleducazione affettiva e l’incapacità di trasformare le emozioni in sentimenti che tengono conto anche dell’altro».
ABC EMOTIVO - Bisogna cominciare presto a formare l’ABC emotivo: lo dicono studi scientifici e tra insegnanti e genitori se ne diffonde finalmente consapevolezza. Ma chi se ne fa carico? La famiglia fa fatica, la scuola arranca. Colmano in parte la lacuna esperti che hanno iniziato a condurre laboratori sempre più gettonati, nelle classi e non solo. I mezzi? Un foglio di carta, la macchina fotografica, la cinepresa. O anche un naso rosso da pagliaccio.
NON SFOGO MA CONDIVISIONE - Cosa blocca nel condividere le emozioni? La paura di mettersi a nudo e rendersi più vulnerabili? Il timore di non poter tornare indietro e ritrattare i propri stati d’animo? La confusione intima, non trovare le parole per dirlo? «Parlarne è anche questione di abitudine ad ascoltarsi ed essere ascoltati. Porta a crescere con una sana osmosi tra testa, cuore e pancia, tra desideri e assunzioni di responsabilità, tra il dentro e il fuori di noi».
I GESTI PIU’ CHE LE PAROLE - Non solo teatro ma interazione e gioco di ruolo: così il Cirq’en liberté di Frikri Tallih, artista eclettico, clown e molto altro, esperto di bambini e ragazzi, cresciuto tra la banlieu parigina e il Marocco, affronta le emozioni. Nelle scuole, nei quartieri, persino nei campi rom, organizza laboratori espressivi che partono dal suo punto di vista particolare: «Come ci piace lavorare? Occhi, sguardo. Muoversi, ridere, ballare. E travestirsi, magari con un naso rosso. Nei nostri laboratori sono i gesti, più che le parole, a far uscire le emozioni».
IL CINEMA - Infine il cinema: il passaparola ha portato Puntozero, un' associazione di Niguarda attiva anche nel carcere minorile Beccaria oltre che nelle scuole a raddoppiare gli iscritti a campus e laboratori per bambini dai 6 ai 13 anni. Durante la lavorazione i ragazzi si spartiscono i ruoli e se li scambiano, creano legami e intrecci, le loro storie si mescolano. Ed è proprio in quello scambio dove «ognuno impara non solo ad andare verso l’altro ma anche a portare l’altro nel suo mondo», che si trova il cuore dell’empatia.