sabato 15 novembre 2014

IL VOLONTARIATO

 Tra le diverse proposte che vogliamo proporre ai ragazzi, vi è la scoperta del mondo del volontariato.
Volontariato deriva dal latino “voluntas”, sinonimo di libera volontà, scelta personale ed implica il desiderio di offrire il proprio tempo, impegno, capacità e buona volontà per la realizzazione di diverse attività. E' con gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso che si diffonde la consapevolezza che per tutelare i deboli e i bisognosi non bastano azioni di carità e benevolenza, ma necessitano interventi di affermazione dei diritti e dei doveri di tutti i cittadini.
Dopo lunghi dibattiti nasce, nel 1991, la legge quadro n. 266 la quale, definisce i compiti e la struttura del volontariato.
I dati ISTAT hanno registrato un incremento rispetto al 1997 delle attività di volontariato in ambito ricreativo e culturale (al 2001 aumentate di oltre l'1%), mentre tra le attività di volontariato più in calo ci sono quelle relative alla sanità (diminuite di oltre il 4%), alla tutela dei diritti (meno 0,4%), e all'assistenza sociale (meno 0,1 %). Aumenti invece nel volontariato in ambito di protezione civile, protezione dell'ambiente, istruzione e attività sportive.
In una società caratterizzata da profondo individualismo progetti come questo possono sensibilizzare i giovani ad affacciarsi ad un nuovo tipo di esperienza.
E’ un modo per sentirsi parte di un gruppo, condividere un’esperienza considerevole e impegnare il proprio tempo in qualcosa che veramente vale.
In questo momento dove, i valori vengono a mancare, il volontariato può essere una possibilità per la nascita di nuovi ideali in quanto, favorisce la nascita di persone migliori.

Il nostro intento è quello di favorire l’incontro di diverse associazioni di volontariato; un modo per formare cittadini attivi e partecipi nella società.

venerdì 14 novembre 2014

PICCOLI CONSIGLI PER UN GRANDE STUDIO

Abbiamo deciso di iniziare questo post con una domanda provocatoria per tutti i lettori, e che già è stata posta a tutti i ragazzi che usufruiscono dell’aula studio Grow Up; e cioè: perché studiare? Ognuno di voi, siamo sicuri, che almeno una volta durante il proprio percorso scolastico se l’è posta!
Le risposte a questa unica domanda possono essere molte come: perché c’è l’obbligo, perché mi costringono i miei genitori, perché voglio imparare, per prendere un bel voto,..
Bisogna sempre però tenere alla mente, che oggi come non mai, è importante studiare, ma non per gli altri ma solo per stessi, perché è la cultura che rende liberi, sono i libri ad essere carichi di potere.
La risposta alla domanda è solo ed unicamente dentro di noi!
Lo scopo di questo post è quello di cercare di dare qualche piccolo consiglio affinché lo studio non sia “pesante”, certo non possiamo fare miracoli nemmeno noi e quindi di certo non possiamo togliervi delle pagine da studiare.

Ecco alcuni piccoli suggerimenti:

  • CERCA DI COMPRENDERE E CONOSCERE I COMPITI CHE DEVI AFFRONTARE;
  • DEDICA OGNI GIORNO, ANCHE UN BREVE TEMPO, ALLO STUDIO: si evita così di rimanere indietro, e ricorda: ”prima il dovere, poi il piacere”;
  • PIANIFICA LO STUDIO: l’organizzazione dello studio risulta essere il segreto maggiore per il successo, è utile quindi programmare i giorni precedenti all’interrogazione o al compito in classe in modo da non ritrovarsi il giorno prima a studiare tutto il materiale;
  • PRIMA DI STUDIARE RICORDATI SEMPRE DI LEGGERE: la lettura aiuta a focalizzare i concetti essenziali e permette di fare vari collegamenti, con cose precedentemente studiate;
  • ADOTTA UNO SCHEMA DI STUDIO: ogni persona adotta un proprio metodo per studiare: c’è chi sottolinea, chi riscrive i concetti, chi sintetizza, e chi non fa nessuno di questi… ogni studente deve trovare il proprio metodo, e lo deve fare per prove ed errori;
  • DOPO LO STUDIO RIPASSA SEMPRE: ripassare è molto importante quindi è opportuno dedicare buona parte dello studio al ripasso perché ripassare permette di verificare se i concetti studiati son chiari e ben focalizzati. Per le interrogazioni si consiglia di ripassare a voce alta e di fronte ad uno specchio affinché si superi la possibile timidezza e l’insicurezza;
  • MOTIVARSI: molto importante è la motivazione, è importante ripetersi che è importante studiare perché ci si accultura, e come già detto il sapere rende liberi!





Questi erano i nostri consigli, speriamo possano esservi d’aiuto, aspettiamo anche dei vostri commenti e ulteriori suggerimenti per i vostri colleghi studenti….e IN BOCCA AL LUPO!



TORNEO DI… SCARABEO!


Il gioco dello scarabeo risulta essere la variante italianizzata del famoso gioco da tavolo Scrabble e venne pubblicato alla fine degli anni cinquanta da Aldo Pasetti e solamente successivamente dalla Editrice Giochi.
Caratteristiche dello scarabeo:
  1. ·      Si gioca su un tabellone di 17x17 caselle, e si dispone di otto lettere a testa.
  2. ·      Possono giocare da 2 a 4 giocatori.
  3. ·      La nuova parola deve sempre incrociarsi con una presente in tavola (avendo perciò almeno una lettera in comune).
  4. ·      Le caselle speciali sono sempre valide.
  5. ·      Le tessere-Scarabeo assumono il punteggio della lettera di cui prendono il posto; inoltre si può prendere lo scarabeo dalla plancia di gioco e sostituirlo con la lettera che rappresenta.
  6. ·      Il criterio di assegnazione dei bonus è differente: 10 punti se si calano sei lettere, 30 punti se si calano 7 lettere e 50 punti se si calano tutte le lettere, più un bonus di 10 punti se non si è utilizzato il jolly, infine 100 punti se si riesce a scrivere la parola scarabeo (anche al plurale), anche qui con l'eventuale bonus di 10 punti evitando di usare jolly.
  7. ·      Nello Scarabeo sono valide la quasi totalità delle sigle (comprese quelle automobilistiche), mentre non sono ammessi i termini arcaici, letterari e poetici anche se lemmatizzati nei dizionari.


Lo scopo del gioco è quello di ottenere il maggior punteggio possibile una volta finite le lettere presenti nel sacchetto.
Dopo il sondaggio effettuato prima dell’apertura dell’aula studio è emersa la curiosità dei ragazzi nel riscoprire i giochi in scatola.
Abbiamo così deciso di proporre ai nostri preadolescenti e adolescenti un torneo di scarabeo perché è un gioco tecnico ma allo stesso tempo dinamico e adatto allo svago.
Degli esperimenti hanno dimostrato che il gioco dello scarabeo stimola il cervello in quanto è un gioco in cui è richiesta molta concentrazione e un’ottima conoscenza di termini, vocaboli, verbi, parole, ecc….
Il torneo di scarabeo durerà una settimana, l’ultima partita coinvolgerà i tre finalisti che dovranno giocare una partita classica e poi, per rendere più interessante e intrigante il gioco, sotto suggerimento dei ragazzi stessi, si “sfideranno” in una partita in inglese.





giovedì 13 novembre 2014

PARLARE IN PUBBLICO: I 10 COMANDAMENTI DEL BUON PARLARE



“E’ impossibile non comunicare”. Questo è, secondo Paul Watzlawick e altri studiosi della Scuola di Palo Alto, il primo assioma della comunicazione.
Infatti, quando c’è vita, c’è comunicazione, efficace o no, volontaria o involontaria. 

Infatti, la comunicazione è per il 7% verbale, per il 38 % paraverbale e per ben il 55 % non verbale.
La comunicazione verbale è quella più facile da controllare, cerchiamo, quindi, di dare alcuni consigli sul parlare in pubblico.
Quando si deve esporre un proprio pensiero, esporre la lezione spiegata dal professore e studiata, ma anche quando si parla con compagni o colleghi, è fondamentale comunicare in modo chiaro ed efficace.

Questi consigli non saranno come gli esercizi che il logopedista Lionel fa fare al balbuziente re Giorgio nel film (vivamente consigliato!) “Il discorso del re” ma punti che è utile tenere presente quando si parla in pubblico più o meno vasto.



 I 10 COMANDAMENTI DEL BUON COMUNICARE:


1.     NON DARE PER SCONTATO. Non pensare che gli altri capiscano cose che abbiamo (o non abbiamo) detto. Quante volte ci capita di saltare i soggetti delle frasi o non specificare di cosa si sta parlando, solo perché diamo per scontato, appunto, che l’altro capisca e la pensi come noi?

2.     ASCOLTARE quello che ci viene chiesto dal nostro interlocutore.

3.     CERCARE FEEDBACK, risposte dagli altri, chiedere se hanno capito, porre attenzione alla loro comunicazione non verbale.

4.     ORGANIZZARE IL DISCORSO che si vuole fare, trovare con un nesso logico, tra le informazioni, come se il discorso fosse un puzzle. Comunicare non è rovesciare sul tavolo un numero imprecisato di pezzi di questo puzzle (informazioni) estratti uno a uno da un sacchetto: le informazioni fornite in modo disorganizzato non comunicano.

5.      Controllare la propria GESTUALITÀ. Non muoversi troppo quando parliamo, né stare immobili. Utilizzare le nostre mani per rendere efficace ciò che si sta dicendo, per indicare, sottolineare, enfatizzare.

6.     Controllare l’EMOTIVITÀ, pensando e concentrandosi su ciò che si sta dicendo, senza pensare ad altro.

7.     Mantenere un CONTATTO VISIVO con il pubblico e, se c’è più di una persona, con tutti.

8.     Controllare il TONO DI VOCE, né troppo alto né troppo basso. Fare delle pause per enfatizzare quello che si dice o per permettere alle persone di riflettere su quello che si è detto.

9.     FARE ESEMPI CONCRETI, per essere più chiari e diretti con il pubblico.

10.  Alla fine del discorso è importante RICAPITOLARE quanto detto, come se si dovesse riassumere nel più breve possibile quanto detto.


Quindi, niente scioglilingua, esercizi strani, urla fuori dalla finestra, come fa Re Giorgio nel film, ma solo un po’ di attenzione a questi pochi consigli!