sabato 22 novembre 2014

PARENTAL CONTROL – CONTROLLO PARENTALE





Nel 2014 ormai tutti i genitori acquistano per i loro figli pc, tablet, computer e smartphone di ultima generazione, ma spesso, dopo non c’è un reale controllo su l’utilizzo corretto di questi strumenti.
L’adolescente, il ragazzo di oggi naviga in internet con una rapidità e velocità straordinaria come se la navigazione fosse una capacità innata e caratteristica peculiare dell’essere umana.
Già all’età di 12 anni i bambini navigano su internet, chattano, si iscrivono ai social come facebook, instangram, twitter dove pubblicano foto, e si iscrivono anche a siti per acquistare online.
Siti nuovi nascono ogni giorno, con questo crescono opportunità ma di pari passo anche i pericoli costituiti da siti dannosi e pagine web sconvenienti e violente, tutto questo può essere considerato “dietro l’angolo”.
Ma come può un genitore controllare come il proprio, o propri figli, utilizzino questo immenso strumento chiamato internet?
Giustamente il genitore non può vietare alla propria prole l’utilizzo di questo strumento, che ormai in quest’ultimo decennio, è divenuto fondamentale, basti pensare che anche la semplice iscrizione scolastica dal 2013 è divenuta telematica.
Il genitore per cui, oltre ad aver fiducia e responsabilizzare il figlio nell’utilizzo di internet,  deve controllare come il proprio ragazzo usa il pc, tablet, ecc.
“Una recente indagine del MOIGE (Punto-Informatico, MOIGE, quello che i genitori non sanno - http://goo.gl/XpuYP) ha rilevato come una minima percentuale di genitori ricorra a strumenti di controllo parentale: solo il 7,8 per cento dei genitori a dichiarato di aver implementato software specifici per il controllo della navigazione”
Nella categoria del controllo parentale ci rientrano dei software che permettono di tracciare l’attività in rete, sul computer, tablet o pc di un utente (in questo caso l’adolescente). Il genitore, attraverso questi software, può impostare dei filtri di navigazione e le regole di utilizzo del pc quando questo è utilizzato dal figlio. L’utente controllato, e quindi l’adolescente, non può disattivare il programma di controllo, visto che sono ridotti i permessi sulla navigazione, e quindi è ridotta anche la loro attività in rete che viene sempre filtrata e tracciata.
La funzionalità più apprezzata dai genitori che adottano già il software di parental control è quella del filtro web, perché questa applicazione permette di bloccare la navigazione verso siti non autorizzati e controllare quali siti vengono usati dall’utente che utilizza la rete internet.
Questo filtro si basa su 2 principi:
  • ·        “Blacklist”: il programma ha memorizzato da qualche parte una lista dei siti proibiti e solo quelli sono bloccati, gli altri no. L’approccio funziona un po’ come gli antivirus: i programmi (in questo caso i siti web) riconosciuti come malevoli sono bloccati, gli altri no. Ovviamente ci sono due svantaggi :la lista dei “cattivi” deve essere sempre aggiornata e alcuni siti potenzialmente pericolosi possono sfuggire al filtro
  • ·       “Whitelist”: il programma ha memorizzato da qualche parte una lista dei siti permessi ed è possibile navigare solo in quelli, tutti gli altri no. L’approccio è esattamente il duale del precedente: i siti sono lasciati passare se presenti nella lista dei “buoni”, gli altri no. Il vantaggio è che tipicamente la lista dei siti “buoni” è abbastanza statica e comunque notevolmente ridotta rispetto all’altra soluzione. Anche in questo caso comunque ci sono due svantaggi: gli utenti per navigare su un nuovo sito devono esplicitamente chiedere l’autorizzazione ed occorre gestire la lista accuratamente per evitare di “inquinarla”.


Il controllo parentale deve essere usato dal genitore per assicurarsi che il figlio non “entri” in siti pericolosi, violenti o non adatti alla sua età, non deve essere uno strumento per “spiare” il proprio figlio, il genitore deve usare questo software con moderazione e nulla può sostituire il dialogo diretto con il proprio figlio.
Il parental control è per cui un valido strumento per accompagnare il proprio figlio durante la scoperta e l’esplorazione di internet, possiamo considerarlo come un tutore elettronico.
“Questi strumenti sono come una ringhiera lungo il marciapiede, impedisce ai bimbi di scappare sulla strada, ma allo stesso tempo non sollevano il genitore dall’insegnare quali pericoli ci siano in strada. La speranza in realtà come sempre accade è quella, un domani, di poter rimuovere i filtri tecnologici e lasciare l’unico vero filtro che funziona, il buonsenso”.

Ecco un tutorial per l'installazione del software parental control




DISTURBI ALIMENTARI IN ADOLESCENZA

I disturbi del comportamento alimentare sono sempre stati considerati una patologia specificamente adolescenziale, ma l’età d’insorgenza non deve essere confusa con le origini del disturbo. 

Se l’adolescenza, infatti, costituisce un periodo di riorganizzazione fondamentale della struttura di personalità durante il quale è più probabile che il disturbo si manifesti, le sue basi spesso si collocano in una fase precoce dello sviluppo psichico, quando si stabiliscono specifiche configurazioni nell’ambito delle relazioni primarie.
L’adolescenza si caratterizza come fase di cambiamento e di passaggio sotto diversi aspetti:
  • la pubertà e le trasformazioni del corpo che ne conseguono necessitano di un tempo necessario per integrare a livello psichico il “nuovo” corpo;
  • il progressivo spostamento dagli attaccamenti infantili e dal legame di dipendenza con le figure genitoriali verso nuovi legami ed esperienze (gruppo dei pari, primi rapporti sentimentali, ecc.);
  • le significative modificazioni delle funzioni mentali e cognitive, che concorrono a determinare un sostanziale e profondo cambiamento rispetto al funzionamento mentale infantile.
Si tratta, quindi, di una fase della vita in cui i precedenti equilibri, a volte precari e sotto il segno della compiacenza, si spezzano quasi improvvisamente, e lasciano all’adolescente il compito di ritrovare sé stesso recuperando i pezzi della propria identità e mettendoli insieme in un modo nuovo e diverso.
Nel tentativo di differenziarsi e gestire autonomamente sé stesso e il suo corpo, può accadere che l’adolescente si trovi a operare, proprio attraverso il corpo, un serrato controllo su quei bisogni e quelle emozioni, sentiti come eccessivi, caotici e disorganizzanti.
In questo periodo della crescita, nel quale l’adolescente si misura con la propria storia e con le sue nuove potenzialità, può esserci un deragliamento dal processo evolutivo, che si esprime attraverso un’alterazione della condotta alimentare.
A volte, esso assume il significato di un tentativo fisiologico ed evolutivo di trovare provvisorie “soluzioni” di padronanza del corpo e delle emozioni, altre volte diviene una vera organizzazione patologica che si struttura nel disturbo alimentare che diventa una modalità di esistenza, un rifiuto e un’impossibilità di crescere.
Una corretta valutazione diagnostica è di estrema importanza, così come lo è una tempestiva presa in carico terapeutica per evitare il cristallizzarsi di un’organizzazione patologica.
Nel progetto terapeutico con l’adolescente è di fondamentale importanza prevedere un trattamento separato per la coppia genitoriale. Questo assetto permette l’individuazione di aspetti critici delle relazioni all’interno del gruppo familiare, facilita la comprensione del funzionamento psichico e relazionale dell’adolescente e può contribuire a rimuovere eventuali fattori perpetuanti le sue condotte psicologiche.
Tratto da FIDA(Federazione italiana disturbi alimentazione)

LE 10 CAPITALI DA NON PERDERE

Con questo post vogliamo consigliarvi 10 capitali che, almeno una volta nella vita, bisogna visitare.

LONDRA


E’ la capitale della tradizione, della musica, della moda giovanile e di tutto ciò che fa tendenza.
Londra offre infatti moltissime attrazioni e ha una lunga tradizione storica, è un melting pot culturale, è capace di sorprendere ed essere allo stesso tempo romantica e innovativa.
Tra le maggiori attrazioni da non perdere troviamo:
-British Museum;
-National Gallery;
-Tate Gallery of Modern Art;
-The Science Museum;
-Legoland;
-Trafalgar Square;
-Buckingham Palace;
-Piccadilly Circus;
-Tower of London;
-London Eye.

DUBLINO


Se pensiamo a Dublino pensiamo subito ai pub, alla birra, a James Joyce e al St Patrick’s Day.
Da non perdere:
-Trinity college;
-Cattedrale di San Patrizio;
-Temple Bar;
-Guinness store House
-National Gallery;
-Prigione di Kilmainham.
MADRID


Una città ricca di storia ma, al tempo stesso respirare l’aria della movida. È una città cosmopolita, con tre milioni di abitanti aperti e ospitali nei confronti di chi viene da fuori. Visitare Madrid è molto semplice in quanto, i mezzi pubblici funzionano alla perfezione diventando così, una città a misura d’uomo.
Da non perdere:
-Museo prado;
-Museo Reina Sofia;
-Palazzo reale;
-Plaza Mayor;
-Escorial;
-Circulo Bellas Artes.

BARCELLONA


Città surreale dovuta al momento artistico di Salvador Dalì e dall’architetto Antoni Gaudì. Barcellona ha tutto, musei ricchi di tesori inestimabili, meraviglie architettoniche, spiagge vivaci e vie sempre animate. Da non perdere:
-Rambla;
-La sagrada familia;
-La cattedrale di Barcellona;
-Il Barrio Gotico;
-Il Museo Picasso;
-La fondazione Mirò;
-La Barceloneta e il Porto Vecchio.

PRAGA


Città in cui si cela un fascino segreto, resa famosa dai film, scrittori, architetti e la sua storia. Essendo stata sotto il dominio comunista fino al 1989 il turismo a Praga si è sviluppato principalmente negli ultimi 20 anni fino ad essere oggi una delle mete preferite dai turisti di tutto il mondo. Da non perdere:
-Il Castello di Praga;
-Mala Starna;
-La città vecchia di Praga;
-La cattedrale di San Vito;
-Il ghetto Ebraico;
-La casa danzante.

VIENNA


Vienna è la capitale dell'Austria, una città di più di un milione e mezzo di abitanti, attraversata dal mitico fiume Danubio. Storica e moderna, città con molteplici personalità.
Da non perdere:
-Hofburg Palace;
-Duomo di santo Stefano;
-Il mondo di Hundertwasser;
-Museo di belle Arte;
-Museo dell’Albertina.

BERLINO


Sia per la sua storia, per la gente che l'abita o per un miscuglio di entrambe, Berlino ha molto da offrire a chiunque: a chi si interessi sull'arte ed a chi sia attratto dalla vita notturna, all'amante della Storia ed al simpatizzante per lo sport, a chi piaccia la vita nella gran città ed a chi goda della tranquillità nella natura... Durante buona parte del secolo XX Berlino fu il centro della Storia.
Da non perdere:
-Porta di Brandeburgo;
-Alte Nationalgallerie;
-Il Mitte;
-Potsdamerplatz;
-Alexaderplatz;
-Friederichstrasse;
-Reichstag;
-Il Duomo.

ROMA


Capitale d’Italia, una delle città più ricche di storia. Storia di popoli, di imperatori, di guerrieri, di scienziati e pittori; storia di arte, di chiese e di religione. Davvero unica e speciale una città come Roma al punto di poterle attribuire il soprannome di “Città Eterna”.
Da non perdere:
-Colosseo;
-Fontana di trevi;
-Fori imperiali;
-Vaticano;
-Pantheon;
-Piazza Navona;
-Trastevere.
PARIGI


Capitale della Francia, considerata la città degli innamorati. E’ una città molto suggestiva per musica chee costantemente si può sentire dai locali o dagli artisti di strada. Anch’essa ricca di cultura offre una parte più antica e una più moderna.
Da non perdere:
-Montmartre;
-Il museo d’Orsey;
-Il Louvre;
-La Torre Eiffel;
-Notre Dame;
-Versailles.

NEW YORK


New York è molto più di una porta aperta alle opportunità: è una capitale di esplorazioni e sperimentazione, un luogo dove ognuno è libero di essere se stesso (Brandon Presser).
Da non perdere:
-Central Park;
-Moma;
-Il ponte di Brooklyn;
-Times Square;
-Statua della libertà;
-Ellis Island;
-Rockefeller Center;
-Chrysler Building.







L'EBOLA SPIEGATA DA EMERGENCY


"Ho un altro punto di vista però. Qui si tratta di persone. Cioè si tratta di esseri umani che hanno gli stessi diritti nostri, e allora smettiamo di riempirci la bocca del villaggio globale se poi non ci interessa niente di quanto succede a più di 3 metri e mezzo del nostro condominio; è un problema di CURARE PERSONE , di avere COMPORTAMENTI CIVILI, di avere COMPORTAMENTI UMANI. E questo, secondo me, è un segno di civiltà che ogni governo, non solo quello italiano, dovrebbe dare." 

(Gino Strada durante un’intervista a Servizio Pubblico http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/11/07/servizio-pubblico-gino-strada-governo-italiano-sta-facendo-pochissimo-per-ebola/309507/)


Per commentare queste parole, partiamo dagli inizi.: sappiamo chi è Gino Strada? Sappiamo cos’è e cosa fa Emergency? Sappiamo cos’è l’ebola? Unendo le domande, cosa fa Emergency per fermare l’Ebola?

GINO STRADA è il medico fondatore di Emergency.
Nato a Milano dove si è laureato in medicina, ramo chirurgia d’urgenza, è diventato chirurgo di guerra per scelta. Nel 1994 fonda un’associazione a favore delle vittime delle guerre civili: EMERGENCY. Nel 2001 è stato iscritto nella lista dei possibili candidati al Nobel per la Pace nel 2001.

EMERGENCY si pone come obiettivo di fornire assistenza alle vittime civili dei conflitti, menomate dagli ordigni bellici come le mine antiuomo, ma anche malnutrizione e da mancanza di cure mediche, addestrare personale locale a far fronte alle necessità mediche, chirurgiche e riabilitative più urgenti e diffondere una cultura di pace. Emergency è un’organizzazione internazionale privata, aperta, senza discriminazione politica, ideologica o religiosa, a tutti coloro che ne condividono i principi e gli obiettivi e ne sostengono le attività umanitarie.
Dalla sua nascita Emergency ha creato sette ospedali e un venticinque punti di prontosoccorso un Ruanda, Kurdistan iracheno, Cambogia e Afghanistan.

L’EBOLA
è una grave malattia virale, spesso fatale per l’uomo, che si manifesta attraverso una febbre emorragica. L’ebola non può passare da uomo a uomo per via aerea, ma la trasmissione del virus può avvenire solo con il contatto diretto dei fluidi corporei (saliva, latte materno, sangue, lacrime, sperma, feci, urina, catarro, vomito, sudore) di una persona infetta. Il contagio non può avvenire attraverso la pelle, ma il virus deve entrare in contatto diretto con un fluido corporeo interno. Per questo, è necessario che l’ebola entri nel corpo attraverso una ferita aperta o un’abrasione della pelle, oppure tramite le mucose, gli occhi, il naso, la bocca o i genitali.
Ad esempio, la malattia può essere trasmessa baciandosi, facendo sesso, condividendo il cibo, entrando in contatto con una superficie bagnata da un fluido corporeo di una persona malata, con la puntura di un ago o di una siringa usata per trattare un paziente, oppure eseguendo la pulizia del cadavere di una persona morta a causa di ebola senza le adeguate protezioni (come spesso accade in Africa). La malattia però non può essere trasmessa da chi non manifesta i sintomi, e nemmeno attraverso la puntura di una zanzara: l’ebola infatti si trasmette solo tra mammiferi e per ora si ritiene che gli insetti non siano in grado di trasportarla.

I più comuni effetti del virus includono febbre alta, mal di testa, diarrea, vomito, dolori allo stomaco, dolori articolari e muscolari, mancanza di appetito e debolezza. Quando la malattia è molto sviluppata si osservano anche rash cutanei, perdite di sangue dalla cute ed emorragie interne. Alcuni pazienti presentano anche occhi rossi, congiuntiviti, tosse e problemi respiratori, male alla gola con difficoltà di deglutizione, singhiozzo con dolore toracico e perdita di peso.

L’ebola viene diagnosticata attraverso test di analisi degli elettroliti, un esame del sangue completo (emocromo), studi di coagulazione del sangue, test di funzionalità epatica e ricerca degli anticorpi specifici per il virus o isolamento del virus da coltura cellulare.

Il trattamento ospedaliero per i malati di ebola si limita purtroppo al supporto del paziente e alla gestione dei sintomi, poiché a oggi non esistono farmaci specifici, con efficacia dimostrata, che contrastino l’azione del virus. Ai pazienti vengono somministrati liquidi ed elettroliti attraverso flebo per mantenere una perfetta idratazione, si cerca di contenere la febbre con antipiretici come il paracetamolo e di garantire una buona ossigenazione, ed eventualmente si procede con trasfusioni per mantenere una sufficiente pressione sanguigna.

COSA FA EMERGENCY PER L’EBOLA
Da settembre 2014 Emergency ha aperto a Lakka, a pochi chilometri da Freetown, in Sierra Leone, un centro per la cura dei malati di Ebola.

«Abbiamo deciso di aprire questo Centro perché l'epidemia non accenna a fermarsi: i casi positivi aumenteranno e c'è bisogno di altro personale sanitario, altri reparti di isolamento e altri posti letto per la cura dei pazienti», spiega Luca Rolla, coordinatore di Emergency in Sierra Leone.

Abbiamo  allestito una struttura messa a disposizione dal ministero della Sanità locale, suddivisa in un'area di attesa, un'area di triage, un'area per l'isolamento dei casi sospetti dotata di 10 posti letto, un'area dedicata alla cura dei malati da 12 posti letto, una zona di disinfezione e un obitorio. A queste si aggiunge l'area dei servizi con spogliatoi, magazzini, lavanderia, cucine.
Presso il Centro di Lakka lavorano circa 110 persone tra medici, infermieri, logisti, ausiliari, personale delle pulizie. Gli operatori internazionali vengono da Italia, Serbia, Spagna e Uganda.

Per garantire un'adeguata tutela dei pazienti e dello staff, tutto il personale ha seguito una formazione specifica sui protocolli di protezione, sull'utilizzo dei dispositivi di protezione personale e sul corretto movimento nei percorsi obbligati interni al Centro per evitare la diffusione del virus e la contaminazione.

Sono varie le testimonianze di persone guarite dall’ebola, grazie ad Emergency, tra cui Momoh Mansaray, 5 anni.

http://www.emergency.it/index.html
Questo è il link della pagina di EMERGENCY, per capire meglio chi è e cosa fa, per informarsi e perchè no, collaborare.

"SMETTIAMOLA DI RIEMPIRCI LA BOCCA DI VILLAGGIO GLOBALE SENZA INTERESSARCI DI QUELLO CHE ACCADE A 3 METRI E MEZZO DAL NOSTRO CONDOMINIO": AIUTIAMOCI, INFORMIAMOCI, INTERESSIAMOCI DI QUESTO NOSTRO VILLAGGIO GLOBALE!


DECALOGO PER I GENITORI

Nell’affrontare le turbolenze dell’adolescenza, in particolare i conflitti, è bene non confondere le normali “nevrosi di crescita” con le problematiche più serie. Ecco alcuni accorgimenti per una convivenza pacifica.
SAPER ATTENDERE. L’adolescenza è una fase della vita che inizia e si conclude. Meglio non irrigidirsi e avere fiducia nel tempo che passa. Infatti, ad eccezione di patologie vere e proprie, i comportamenti sgradevoli dei ragazzi sono destinati a durare un certo tempo per poi scomparire.
DISPONIBILITA’. Dei predicozzi dei genitori, più che la morale e l’emozione che traspare dalle parole, ciò che i figli recepiscono è qualcosa di più profondo che riguarda la disponibilità nei loro confronti. Al di là delle reazioni legittime di dissenso, bisogna che sentano che il genitore non è destabilizzato dal loro comportamento, anche se inaccettabile, che non lo abbandona a se stesso tagliando la comunicazione o umiliandolo, che non ha perso la fiducia che possa migliorare. In altre parole, si distingue la persona( in cui si continua ad avere fiducia) dai suoi atti riprovevoli.
DIALOGO. Non bisogna avere paura di parlare. Ai ragazzi serve avere un adulto con cui confrontarsi, sia per sentire un’altra campana sia per chiarirsi le idee. L’atmosfera può essere animata ma non prevaricatrice. Ciò che conta è che l’adulto non si faccia mettere in crisi dagli atteggiamenti oppositivi del ragazzo, ma gli consenta di fare quell’esercizio di contrapposizione di cui ha bisogno senza sentirsi in colpa per avere espresso opinioni diverse da quelle di suo padre o sua madre. Alcuni adulti invece entrano in crisi di fronte alle provocazioni dei giovani in quanto le vivono come attacco al loro sistema di valori e al proprio funzionamento psicologico.
SOSTEGNO. Suggerire delle indicazioni e fornire dei punti di riferimento, in particolare per consentire all’adolescente di realizzare i propri investimenti culturali, sociali, e affettivi positivi. Questo tipo di sostegno aiuta il giovane a sfuggire alla tristezza, all’apatia e alla noia: stati psicologici che possono condurre alla ricerca di oggetti sostitutivi come la droga o a condotte fortemente trasgressive e tali da procurare emozioni forti.
NEGOZIARE. Un genitore deve sapere vietare e sanzionare, ma anche fare dei compromessi. E’ bene non reagire impulsivamente, ma attendere il momento opportuno per parlare, mostrarsi fermi e aperti allo scambio. Il genitore non è coetaneo ma neppure un gendarme. Fissare dei limiti non significa soltanto vietare ma anche negoziare. Con la crescita il bisogno di autonomia aumenta ed è inevitabile che i ragazzi cerchino nuovi spazi di libertà. Troppa protezione nuoce al loro bisogno di sperimentare e di crescere.
EVITARE I PARAGONI. Sembra banale, nei fatti però i paragoni tra i fratelli, sorelle o altri giovani dal comportamento esemplare sono frequenti. Il genitore pensa di suscitare un moto d’orgoglio, in molti casi invece questi paragoni, più che scuotere e stimolare, scoraggiano e umiliano.
CATASTROFICO. Non è minacciando l’insuccesso che si stimola il ragazzo. L’intenzione è buona, si cerca di proteggerlo da smacchi e delusioni, lui però percepisce pessimismo e mancanza di fiducia, a volte l’angoscia del genitore che non crede nelle sue possibilità. Invece di prefigurare
insuccessi e disfatte, meglio indurlo a concentrare gli sforzi su ciò che può fare concretamente per migliorare la propria condizione.
INSOPPORTABILE A CASA, APPREZZATO FUORI. Non è frequente che i ragazzi, sentendosi sempre criticati in famiglia, si trovino meglio fuori casa. Ciò non significa che i genitori debbano smettere di svolgere il loro ruolo, significa soltanto che, da un lato, non devono esagerare con le critiche e, dall’altro, che è bene che nella vita dei loro figli ci siano dei “terzi” affidabili. Nonni, zii, amici di famiglia, il medico referente, un insegnante che il ragazzo apprezza in modo particolare, e non di rado gli amici, possono svolgere un ruolo molto positivo nella soluzione di eventuali crisi. Sono figure preziose nella vita di un giovane, che hanno il pregio di accogliere con benevolenza e di non riattivare i sentimenti di inferiorità e che a volte riescono a disinnescare le tensioni con i genitori.
ATTESE REALISTICHE. Dietro alle difficoltà relazionali tra i genitori e i figli, ci sono spesso i sogni e le attese dei genitori. Un malinteso profondo. I genitori non accettano il figlio per ciò che è diventato, mentre lui pensa di non riuscire a realizzare i suoi sogni per causa loro. Certo non è sempre facile per un genitore rinunciare al bambino docile di ieri e al tempo stesso accettare che il giovane di oggi non sia quello che aveva sognato.

ACCETTARE LA PROPRIA ETA’. Invidiare le esperienze e il tipo di vita che fanno gli adolescenti e collocarsi nella sua stessa posizione, non aiuta. Ci si veste nello stesso modo, si hanno gli stessi amici, si va insieme in discoteca...Una scelta del genere porta a una perdita di ruolo, quando invece un giovane ha bisogno di qualcuno in grado di proteggerlo, contenerlo e indirizzarlo soprattutto nei momenti in cui si trova in difficoltà.

Articolo di Anna Oliviero Ferraris, Psicologia Contemporanea, luglio-agosto 2014 n.244

venerdì 21 novembre 2014

L'IMPORTANZA DEL DONARE AGLI ALTRI: L'INCONTRO CON AVIS

Panta Rei, “Tutto scorre”, sosteneva Eraclito, filosofo greco, che portò avanti il principio secondo cui l'essenza delle cose è il movimento, e se consideriamo il sangue potrebbe divenirne il simbolo.

Nel corpo umano circolano in media 4/5 litri di sangue e la nostra vita è legata alla sua efficienza e al suo movimento.
Il sangue è composto da due parti:

1.PARTE CORPUSCOLATA

Qui ritroviamo i GLOBULI ROSSI adibiti alla funzione di difesa dell'organismo e le PIASTRINE adibite alla coagulazione del sangue.

2. PARTE LIQUIDA

Nella parte liquida si trova il PLASMA, grazie al quale le cellule sanguigne possono circolare, ed è costituito da proteine, zuccheri, grassi, sali minerali, ormoni, vitamine, anticorpi.

Il sangue svolge funzioni fondamentali per l'organismo:

- respiratoria: scambio ossigeno/anidride carbonica
- nutritizia: porta a tutte le cellule le sostanze nutrienti
- escretrice: raccoglie i rifiuti che convoglia agli organi destinati a distruggerli
- termoregolatrice: distribuisce il calore
. regola l'equilibrio idrico
- difesa trasporta i globuli bianchi e gli anticorpi
- coagulante

Proprio per questa grande importanza che ricopre il sangue non tutti possono donare, vi sono delle condizioni base da considerare:

1.ETÀ: compresa fra in 18 e i 60 anni, 65 anni età massima per donare
2.PESO: più di 50 Kg
3.STATO DI SALUTE: buono
4.STILE DI VITA: nessun comportamento a rischio

Per queste ragioni è importante che ci si autoescluda se si assumono droghe, alcool o si abbiano malattie veneree che infettino il sangue.

PERCHÈ DONARE?

Donare il sangue è un gesto di solidarietà: significa dire con i fatti che la vita di chi sta soffrendo mi preoccupa.

Il sangue non è riproducibile in laboratorio, ma è indispensabile per la vita: nei servizi di primo soccorso, in chirurgia nella cura di alcune malattie tra le quali quelle oncologiche e nei trapianti

Tutti domani potremmo avere bisogno di sangue per qualche motivo. Anche tu. La disponibilità di sangue è un patrimonio collettivo di solidarietà da cui ognuno può attingere nei momenti di necessità.

Le donazioni di donatori periodici, volontari, anonimi, non retribuiti e consapevoli rappresentano una garanzia per la salute di chi riceve e di chi dona.