martedì 25 novembre 2014

Come gestire l'ansia? Ecco 7 modi per mantenere la calma sotto stress


La capacità di rimanere calmi quando siamo sotto pressione ha un impatto molto forte sulla produttività. Alcuni studi hanno infatti dimostrato come, una delle caratteristiche delle persone di successo sia proprio quella di rimanere calmi e in controllo delle proprie emozioni in situazioni di forte stress.
Certamente un po’ di stress è necessario. Se non avessimo scadenze da rispettare e problemi da risolvere, non combineremmo niente! Il problema è quando lo stress è prolungato e porta con sè altre problematiche come ansia, agitazione, tristezza

rovinando la nostra vita e quella degli altri.

Come fanno le persone di successo ad affrontare lo stress? 
Alcuni di questi consigli possono apparire scontati. La vera sfida è infatti capire quando è il momento di metterli in pratica e avere l’energia e la lucidità nei momenti di grande stress.

Ecco allora 7 modi per mantenere la calma sotto stress!

1. Apprezza quello che hai
La gratitudine è un muscolo che va allenato tutti i giorni. Sono tanti i doni che ci circondano, ma molto spesso non ci prendiamo il tempo necessario per fermarci ad apprezzarli. Quando esprimiamo gratitudine, scegliamo di avere una coscienza di abbondanza, ci allineiamo al flusso della vita e ci rendiamo conto che la situazione non è poi così tragica come pensiamo.


2. Non chiederti “E se…?”
Quanto tempo passiamo a pre-occuparci per cose che il più delle volte non si verificheranno o su cui non abbiamo alcun controllo? Le persone di successo lo sanno: pre-occuparsi è uno spreco di energie inutili. Più tempo passerai a pre-occuparti di quello che potrebbe succedere, meno tempo avrai per focalizzarti su quello che puoi fare adesso per calmarti e riportare la situazione sotto controllo.


3. Pensa positivo
Pensare positivo ci permette di lasciare andare parte dello stress e occupare il cervello con pensieri gioiosi e funzionali. Quando siamo di buon umore e le cose vanno bene, è relativamente facile pensare positivo. È più difficile riuscire a farlo quando abbiamo tanti problemi da affrontare e la mente è affollata con pensieri negativi. In questo caso, a fine giornata, pensa a 2-3 cose positive che ti sono successe, anche se piccole e all’apparenza insignificanti. O, ancora, pensa a qualcosa che hai già programmato e che non vedi l’ora di fare. L’importante è avere un pensiero positivo da sostituire a uno negativo!


4. Disconnettiti
Rendersi disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, significa essere un bersaglio facile per lo stress.
Spegnere il cellulare e disconnettersi per qualche ora da mail, Facebook e altri social media ci dà respiro. Inizia a piccole dosi, sfruttando magari quei momenti in cui hai meno probabilità di essere chiamata/o, ad esempio la domenica mattina. Quando vedrai concretamente i risultati di questa semplice azione, sarà più naturale reclamare del tempo per te e disconnetterti dal mondo.


5. Dormi
Il sonno è il modo in cui il nostro cervello e il nostro corpo si riposano. Quando non riusciamo a dormire bene, ci sentiamo affaticati, poco lucidi e incerti sul da farsi. Non sacrificare mai le ore di sonno di cui hai bisogno, anche se hai progetti o pensieri che vorrebbero togliertelo!


6. Usa la respirazione consapevole
La respirazione è l’unica funzione senza la quale non possiamo sopravvivere per più di pochi minuti: possiamo digiunare per diversi giorni, possiamo restare senza bere per tre giorni in media, possiamo restare senza dormire per oltre ventiquattr’ore senza avere danni ai circuiti cerebrali, ma non possiamo restare senza respirare per più di tre minuti!
La respirazione è un perfetto ponte tra il conscio e l’inconscio. È una delle poche funzioni corporee su cui possiamo agire consapevolmente: se lo desideriamo possiamo accelerare il nostro respiro, rallentarlo, ampliarlo o approfondirlo.
Ma esso continua a funzionare anche se non ce ne occupiamo. Una respirazione profonda e piena esegue un massaggio tonificante per gli organi interni ed i muscoli addominali e si è dimostrata utile in molti casi di ipertensione e di ansia.
Ogni volta che ti senti tesa/o, nervosa/o o preoccupata/o, prenditi il tempo per portare l’attenzione al respiro. Immagina che tutte le emozioni negative e i pensieri ingarbugliati di quel momento escano con l’espirazione e che, calma, serenità e lucidità entrino con l’inspirazione. La respirazione consapevole ha un effetto immediato e può essere praticata in qualsiasi momento.


7. Lasciati supportare
Tutti noi riusciamo a fare qualcosa meglio di altri. E tutti noi, dovremmo avere l’onestà di riconoscere che ci sono cose che altri sanno fare meglio di noi. Saper chiedere aiuto e avere un team di amici o collaboratori di supporto è fondamentale per il nostro benessere psico-fisico. Nessuno fa mai niente da solo. Anche solo il fatto di poter parlare con qualcuno di ciò che ci preoccupa o che ci rende agitati, è un grande supporto perché ci permette di svuotare la mente e alleggerire il fardello emotivo. Ascoltare il parere di chi non è coinvolto in prima persona quanto lo siamo noi, ci permette di accogliere nuove soluzioni che prima non avevamo neanche notato.
Chiedere aiuto e riporre fiducia in un’altra persona è anche un modo per rafforzare le nostre relazioni interpersonali.

Riesci a rimanere calma/o davanti a situazioni stressanti? Cosa non ti permette di farlo (ancora)?

lunedì 24 novembre 2014

TIRO ALLA FUNE GENITORI VS. FIGLI


Affrontare il periodo "turbolento" e delicato dell'adolescenza, da parte di un genitore, non è affatto semplice. Un efficace strumento da utilizzare è, però, il DIALOGO, inteso come NEGOZIAZIONE e DISCUSSIONE.

Porsi in ascolto e dare spiegazione ai sì e, soprattutto ai no che si danno.
Se le richieste del giovane sono troppo “eccessive” non bisogna cedere, è necessario mettere dei paletti e spiegare perché ci sono e perché sono proprio là.  Se il genitore cede a ogni tipo di richiesta e dà tutto subito, senza mettere dei limiti, non ci sarà più modo di farlo successivamente.

Il rapporto genitore figlio nell’età dell’adolescenza è simile al gioco del tiro alla fune (metafora ripresa dallo psicoterapeuta Alberto Pellai), in cui il genitore dev’essere flessibile, mobile e osservare e interpretare ogni situazione.


Occorre trovare un equilibrio tra i giocatori e questo è compito del genitore, che dovrebbe tirare la corda con una forza ben ponderata per ogni singola situazione.
È bene che l’adulto non tiri la corda sempre dalla sua, o si rischia di crescere un figlio obbediente, ma non lo si aiuta alla sua crescita (evitare, quindi frati tipo “perché no e basta!”; “Qui comando io!”; “Non se ne parla proprio”'. Il figlio reagisce covando, piano piano, rabbia e ostilità. In più, tra divieti, regole e paletti, il ragazzo non riesce a fare esperienze (necessarie per crescere) e non si costruisce un’adeguata "muscolatura emotiva".
Non va bene neanche mollare subito la corda: il figlio tira e si trova allo sbando perché non c'è più nessuno dall'altra parte a giocare con lui. L’adolescente acquista la libertà di colpo, senza averla conquistata passo a passo. Questo è pericoloso perché non è pronto per gestirla.
Fondamentale è quindi tirare la fune quando occorre. A un figlio serve un genitore presente che sappia “stare nel gioco”, un genitore disponibile a giocare la partita con il figlio, calibrando la forza con cui tira la fune, per tutto il tempo della sua adolescenza (che non ha un inizio e una fine ben definiti).

Molto importante è quindi che che ci sia lo 'spazio' per parlare, discutere, negoziare, appunto, ogni richiesta con il genitore.

Un approccio sempre rigido, solo protettivo o troppo amichevole non si presta bene a ogni diverso momento della vita di un adolescente.

“Il genitore efficace riesce a tenere bene queste tre posizioni quando servono in base alla singola situazione. L'adolescente deve riconoscere che il genitore è su un piano sopra il suo e, allo stesso tempo, l'adulto è tenuto ad ascoltare e vedere le ragioni del figlio. Questo rientra in un progetto educativo più ampio. Non è un diritto, per esempio, che il ragazzo vada a un concerto e faccia molto tardi tutti i sabati sera, ma si può discutere insieme e valutare con serenità il singolo caso. In altre parole, è la logica del tiro alla fune, a patto che il figlio sia competente” - spiega Alberto Pellai.


Ecco, di seguito, una breve ricapitolazione dei principi che dovrebbero guidare il genitore di un adolescente:
1. Anche se un figlio sembra indifferente, per lui conta molto ciò che dicono o fanno mamma e papà.

2. A un figlio adolescente serve un genitore che continui a essere padre e madre, non un amico.

3. Considerate i cambiamenti di vostro figlio come segnali di conquista della sua autonomia.

4. Accogliete le nuove richieste di vostro figlio senza bollarle come pretesti per allontanarsi da voi: anche attraverso nuove esperienze, l'adolescente trova il suo posto nel mondo.

5. Quando vostro figlio raggiunge un buon risultato, ditelo in modo chiaro, così da aiutare lo sviluppo della sua autostima, fondamentale in questi anni.

6. Se siete esasperati, non buttatevi in liti furibonde, lasciate passare la notte e comunicate a vostro figlio cosa avete deciso (eventuali sanzioni, castighi) il giorno dopo.

7. Non date mai permessi che vi sembrano eccessivi per vostro figlio: la libertà non va data in blocco ma va fatta conquistare attraverso passaggi graduali.
8. Evitate di fare ricatti morali continui o di essere autoritari, giocando sempre a braccio di ferro per ogni cosa. Questo modo di comportarsi trasforma la crescita in una lotta senza frontiere e mina la stima dell'adolescente.

NON CI RESTA CHE AUGURARVI, UN BUON TIRO ALLA FUNE! ;)